29/09/09

Appello del nostro Coordinamento ai giornalisti

IN VISTA DELLA MANIFESTAZIONE PER LA LIBERTA' DI STAMPA DEL 3 OTTOBRE

Il "dovere di informare" e il nostro "diritto di sapere" sono minacciati certamente dall'autoritarismo e dalla prevaricazione del potere politico ed economico, dalle censure imposte da editori o direttori, dalle minacce e dai ricatti, e per questo c’è la nostra adesione alla manifestazione per la liberta' di stampa promossa dalla Fnsi.

Ma gli stessi diritti e doveri sono altrettanto offesi dalla frequente autocensura e dalla eccessiva autoreferenzialità che caratterizza il lavoro di troppi giornalisti e giornaliste. In particolare riteniamo che, a fronte del montante clima di razzismo e di sessismo nel nostro paese, anche i lavoratori dell'informazione abbiamo precise e gravi responsabilità:
- per la superficialità con cui diffondono rappresentazioni stereotipate e razziste degli/ delle migranti,
- per il modo e il linguaggio degli articoli di cronaca ( l'insistenza sulla cittadinanza di soggetti al centro di fatti di violenza, la narrazione incapace di reale approfondimento e di comprensione delle storie e dei contesti)
- per la pigrizia per la quale, tranne rare e meritevoli eccezioni, non si avviano inchieste approfondite di lungo periodo
- per l'incapacità di rendere visibili le molte buone pratiche messe in atto dalle amministrazioni e dalla società civile
- per una evidente “selezione”,nell’informazione fornita, degli avvenimenti da trattare e di protagonisti sociali e politici da proporre.

Abbiamo bisogno invece di una informazione ampia, attenta, approfondita e problematica che aiuti le persone ad un pensiero critico e fornisca gli strumenti per una conoscenza il più possibile sottratta alla perversità del luogo comune e degli stereotipi e alle opportunità e convenienze “politiche”.

Ci auguriamo che questo sia anche l'impegno che animerà non solo la manifestazione del prossimo 3 ottobre, ma anche e soprattutto il lavoro quotidiano di informazione che ad essa seguirà.

Coordinamento Donne contro il Razzismo e
Madri x Roma Città Aperta

16/09/09

Segnalazione: Campagna STOP MGF

STOP MGF
Mai più mutilazioni genitali femminili

“In Italia sono circa 90mila le donne immigrate che hanno subito le pratiche della mutilazione genitale femminile (MGF), diffuse in 28 paesi africani, in Medio Oriente e nel sud est asiatico. Inoltre esiste un alto rischio che le figlie di queste donne, bambine e adolescenti, subiscano tali pratiche nel corso della loro permanenza in Italia o durante un periodo di vacanza nel paese dei genitori”. Questi i risultati presentati da Pilar Saravia, presidente dell’Associazione NoDi – I nostri diritti - a conclusione del progetto STOP MGF, finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Le vittime di queste pratiche, supportate nel nome della tradizione, sono soprattutto bambine tra i 4 e i 15 anni: l’età a rischio è soggetta ad un graduale abbassamento per evitare eventuali resistenze da parte delle stesse bambine, che, una volta adulte, subiranno con gravi conseguenze psicologiche sofferenze fisiche provocate da malattie, rapporti sessuali dolorosi, infertilità, infezioni e parti pericolosi.

L’Associazione NoDi, che da anni s’impegna in azioni concrete per il rispetto della dignità della donna immigrata in Italia, ha affrontato il difficile tema delle mutilazioni genitali femminili attraverso una campagna di sensibilizzazione e di prevenzione tra la popolazione migrante, proveniente dai paesi a rischio e insediata nella Regione Lazio.

Il progetto STOP MGF, iniziato nel febbraio 2007, si è sviluppato attraverso tre fasi: formazione degli operatori socio sanitari, curata dal San Camillo – Forlanini, ricerca del fenomeno, realizzata dall’IRPPS-CNR, e sensibilizzazione/prevenzione delle comunità interessate, seguita da NoDi.

In venti mesi l’associazione NoDi ha mappato i luoghi d’incontro e dei servizi utilizzati dalle comunità a rischio sul territorio laziale, ha incontrato i mediatori culturali, ha prodotto e distribuito materiale cartaceo sul tema. Ha quindi realizzato incontri di sensibilizzazione e informazione con gruppi di vittime o a rischio di MGF nelle cinque province laziali per un totale di 800 donne. Infine ha realizzato il sito d'informazione www.stop-mgf.org che ospita anche un forum per lo scambio di esperienze.

Se nel parlare dell’argomento la prima reazione delle donne coinvolte è la diffidenza, la parola chiave per rompere il silenzio è quella della salute, un diritto garantito dalle leggi nazionali dei paesi a rischio, che tendono a contrastare tali pratiche pur trovando grandi difficoltà nella loro applicazione, soprattutto nel contesto rurale.

In Italia le MGF sono un reato punibile con il carcere (Legge 9 gennaio 2006 n. 7): l’obiettivo è quello di scoraggiare l’uso di queste pratiche nella società italiana.

INFO
www.stop-mgf.org

UFFICIO STAMPA: email maipiumgf@gmail.com
Maria de Lourdes Jesus cell 3391737455
Ilaria Marchetti cell 3381917190
Francesca Vitalini cell 3393390878