17/04/09

'Reportage': nostro presidio alla RAI del 16 Aprile


Eravamo cinquanta donne (cifra simbolica, ma molto vicina alla realtà), belle e giovani di spirito, motivate nella nostra protesta e nella nostra proposta, ieri, giovedì 16 aprile, davanti ai cancelli della Rai di Viale Mazzini.

Il nostro volantino spiegava tutto: chi siamo e cosa vogliamo comunicare.


Chi siamo: “Donne per la sinistra”, cioè una rete di donne impegnate nella costruzione di una sinistra diversa dal passato, cui si stanno aggregando - e confrontando- donne semplicemente “di sinistra”, e il Coordinamento donne contro il razzismo, cui partecipano donne di diverse associazioni di migranti e native, che si riunisce e ha un blog alla Casa internazionale delle donne.

Insieme queste donne hanno manifestato davanti al Parlamento, nelle strade e nei quartieri di Roma, all’interno dei cortei sindacali e delle iniziative degli operatori sanitari, contro il pacchetto sicurezza, le norme inumane e razziste contro l’immigrazione, l’uso strumentale della violenza contro le donne per criminalizzare gli immigrati.


Cosa vogliamo comunicare

La nostra protesta rispetto ai mass media, in particolare contro i troppi episodi di cattiva informazione, di fatto razzista, da parte del servizio pubblico,della Rai. Un esempio per tutti:

Il “biondino”, il “pugile”: i due rumeni accusati dello stupro alla Caffarella: non solo erano innocenti, ma anche loro hanno un nome e un cognome. Della serie: sbatti i mostri in prima pagina!

Ne deriva che se a stuprare è un italiano il misfatto non ha nazionalità, se è un immigrato diventa subito etnico.


Questi i nostri slogan,detti a gran voce davanti alla Rai e distribuiti ai passanti e ai dipendenti Rai:


I migranti sono migranti non clandestini

DITELO ALLA RAI


Contro la violenza degli uomini

Le donne insieme senza distinzioni

DITELO ALLA RAI


Costruire terrore e paura: a chi giova?

DITELO ALLA RAI


La libertà e la sicurezza delle donne non ha bisogno di soldati

ma di buone relazioni sociali e di cura per la città

DITELO ALLA RAI


Una ragazza violentata per anni in casa non fa notizia, una ragazza violentata da uno straniero finisce in prima pagina.

Chi decide la gravità della notizia?

DITELO ALLA RAI


Il vero accanimento

è quello contro gli immigrati

DITELO ALLA RAI


Lo stupratore non ha colore né nazione

DITELO ALLA RAI


Vogliamo informazione

E non xenofobia

DITELO ALLA RAI


La Rai non è razzista… però..

Il problema è quel però

DITELO ALLA RAI


Chi ha paura di chi?

Anche gli stranieri possono aver paura

Abdul aveva paura

I 6 ghanesi di CastelVolturno avevano paura

Emmanuel Bonsu Foster ha paura

Tong Hongsheng ha paura

Abu Kasher ha paura

Sinhg Navte ha paura

DITELO ALLA RAI


Le parole sono pietre,

provocano azioni

e non si torna più indietro

DITELO ALLA RAI


Immigrazione

Noi non abbiamo paura

RAI, dateci la parola per dirlo


Quel “ditelo alla Rai”, oltre ad essere il titolo della manifestazione, era un ritornello che accompagnava le nostre proteste e proposte, le sottolineava, le enfatizzava.

Cantavamo anche una canzone che, sull’aria di Bocca di rosa, parlava di ronde e di clandestine.

Abbiamo chiesto un incontro al Presidente della Rai, Paolo Garimberti, scrivendo che “secondo noi una cattiva informazione è quella che nasconde le vere cause dei fatti o ne mette in luce soltanto alcuni aspetti, manipola le vicende, si presta a un uso politico delle medesime.

Sul capitolo ‘sicurezza, violenza contro le donne, immigrazione’ tutto questo avviene in maniera abnorme e distorcente. Confidiamo che il nuovo Consiglio di amministrazione della Rai che lei presiede voglia intervenire a modificare questo indirizzo, invitando tutti gli operatori ad attenersi alla Carta di Roma, protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti approvato dall’Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa.”

Non ci ha ricevuto giovedì scorso, ma rimaniamo in attesa di essere invitate.

La prossima settimana si discuterà alla Camera del disegno di legge su sicurezza e immigrazione, ronde comprese, delazioni dei “clandestini” che si recano in ospedale, comprese, impossibilità di sposarsi e denunciare i propri figli all’anagrafe da parte delle coppie di “irregolari”, comprese, una vita d’inferno per gli immigrati e le immigrate, compresa, una miscela insopportabile di razzismo istituzionale e popolare.

Noi, ancora una volta, ci saremo.

(a cura di Isabella Peretti)

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