Visualizzazione post con etichetta Donne migranti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Donne migranti. Mostra tutti i post

05/10/10

Aderiamo e diffondiamo l'appello!

BASTA SANGUE NEL NOME DELLA TRADIZIONE E DELLA RELIGIONE.
LIBERTA' PER LE DONNE MIGRANTI!

Siamo di nuovo di fronte alla morte di una donna, e al grave ferimento di un’altra per mano di un familiare.
Siamo di nuovo di fronte al femminicidio e alla violenza in nome e per conto del senso di possesso maschile delle vite femminili.
Siamo di nuovo di fronte al criminale intreccio tra ossequio della tradizione patriarcale e negazione dei diritti inalienabili della persona: come nel terribile caso di Hina Salem e di Sanaa Dafani, anche qui la parte maschile di una famiglia di migranti pakistani ha cercato di mettere a tacere la ribellione di una giovane contro una visione fondamentalista della religione e della tradizione, che vuole ogni donna destinata a vivere senza poter decidere di sé e della sua libertà.
Vicino a Modena un migrante pakistano, di fronte all'ennesimo rifiuto della figlia destinata ad un matrimonio combinato si è accanito, uccidendola, prima sulla moglie, che con coraggio appoggiava la figlia ventenne, e poi con l’aiuto del figlio ha cercato di sopprimere la ragazza, che per fortuna, pur gravemente ferita, non è morta sotto le percosse.
Ancora una volta la disobbedienza alle leggi maschili è stata pagata con il sangue e con la vita.
In questa vicenda però c’è un fatto importante: una madre ha cercato di sostenere le ragioni di libertà di sua figlia. Pensiamo sia da questo fatto che possiamo trarre un grande segnale.
Moltissime donne migranti guardano alle libertà femminili, conquistate con lotte durissime, con speranza e come ad una grande opportunità: le giovani, ma non solo, sperano e sognano di poter studiare, lavorare, non sottostare alle violenze patriarcali e religiose, di scegliere liberamente se e quando diventare mogli e madri. Per molte di loro vivere in Italia sotto una pesante tradizione significa perdere quei diritti che in alcuni dei loro Paesi di origine sono ormai legge.
Se l’Italia è davvero un Paese libero deve dare opportunità soprattutto a queste speranze, che sono quelle delle nuove e future cittadine italiane.
A chi oggi prenderà spunto da questo drammatico episodio per rilanciare la crociata contro la migrazione, colpendo indiscriminatamente tutta la comunità migrante, diciamo che questa non è la strada giusta, che è razzismo. Vogliamo vivere in un Paese accogliente, capace di aiutare chi è più vulnerabile e dove la cittadinanza sia un diritto per chiunque, a prescindere dalla provenienza geografica.
A chi invocherà la doppia morale sostenendo che la tradizione va sempre rispettata, che le culture diverse vanno tutte seguite senza alcuna critica (e che per questo non è legittimo intervenire in faccende ‘private’ quando ci sono conflitti che riguardano le scelte delle donne nelle famiglie) diciamo che né la tradizione né la religione possono diventare un’arma mortale contro chicchessia.
I diritti delle donne non sono ancora considerati diritti umani in molti Paesi del mondo.
Troppo spesso, quando si tratta di diritti delle donne, e in particolare di corpo, di sessualità, di relazioni tra donne e uomini, la difesa dei diritti cede il passo ai moltissimi se e agli infiniti ma del relativismo culturale, persino nel nome della democrazia e della tolleranza.
Accogliere, incoraggiare, difendere il rifiuto da parte delle donne migranti dell’oppressione (della quale sono vittime nel nome della tradizione e della religione) non solo le aiuterà a trovare la loro libertà, ma offre a noi italiane, che abbiamo costruito o avuto in eredità i preziosi diritti di autodeterminazione, la possibilità di riaffermarli ed estenderli come gesto politico di responsabilità e di civiltà.
La violenza contro le donne è barbarie. La libertà delle donne è civiltà.

Tiziana Dal Pra – Associazione Trama di Terre (Imola)
Monica Lanfranco – Rivista Marea
Dounia Ettaib – Associazione Daris

per adesioni scrivere a: info@tramaditerre.org

Prime adesioni: Daniele Barbieri, Laura Cima, Donne in Nero di Como, Eva Ramirez, Silvia Torneri, Marina Grazia, Silvia Varas, Anna Viola Toller

26/02/10

Nostra iniziativa: Primavera Antirazzista

Casa Internazionale delle Donne e
Coordinamento donne contro il razzismo

Domenica 7 marzo 2010
Piazza Campo de’ Fiori - dalle ore 11 al tramonto

Primavera antirazzista
VOCI DI DONNE MIGRANTI E CITTADINE
Mostre e libri, stand informativi, spettacoli di cinema, teatro, musica
Saranno presenti le produttrici agricole del Progetto Rea Silvia della Regione Lazio

Programma:
Presentazione dell’iniziativa da parte del Coordinamento
Intervento dell’associazione Insieme Zajedno
Intervento di lavoratrici e lavoratori di Rosarno, Ass. Da sud
Campagna per il Nobel alle donne africane
Balli popolari in piazza, a cura dell’ Ass. Cemea
Pranzo preparato dalle donne della scuola Carlo Pisacane e dell’ Ass. Asinitas
Campagna Nastri Verdi di sostegno alle lotte delle donne iraniane
Intervento dell’ Ass. Be Free sul CIE di Ponte Galeria
"RetroviaNapoli"
Canzoni ispirate da donne, Stefania Tarantino (voce), Letizia Pelosi (chitarra)
I bambini di Capoverde: campagna per la ricostruzione della scuola
Intervento Ass. Asinitas, proiezione di video
Letture teatrali da Quelle voci dal vuoto (ed. Jacobelli)
Proiezione del video "The Chain of Love" (Mamme a catena)
Voci di donne dalla Bolivia - Donne per la solidarietá Onlus
Interventi musicali

Aderiscono le associazioni del Coordinamento Donne contro il Razzismo: Assolei, Candelaria, Donne a colori, Donne capoverdiane in Italia, Donne per la pace, Dhuumcatu, Imed, Insieme Zajedno, Le Nove, Madri per Roma Città Aperta, Monteverde antirazzista, No.Di: I nostri diritti, Spirit Romanesc, Quinoa, Trama di terre. Ed inoltre: Arci, Asinitas, Be free, CGIL di Roma e del Lazio, Coordinamento Donne della CGIL di Roma e del Lazio, Da Sud, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Lunaria, Filipino Women’s Council, Mosaico di pace, Donne africane in Italia (SODEFAID), Wilpf-Italia.

Saranno distribuiti materiali di documentazione dei Dossier Immigrazione, Caritas/Migrantes

Con il patrocinio della Presidenza della Provincia di Roma


* * * * * * * * * * * * * * * * * * *

Nessun essere umano è illegale
Dichiariamo la nostra intolleranza al razzismo,la nostra volontà di abbattere muri e frontiere per affermare una cittadinanza globale.
Le politiche razziste sono sempre più pratiche per governare la crisi economica.
In assenza di politiche anticrisi l'unica risposta è la riduzione di libertà e diritti. Come fermare altrimenti le resistenze se non ingabbiando la società, producendo separazione e odio razziale? Misure che colpiscono in particolare i/le migranti ma riguardano tutti e puntano a dividere e a rompere i rapporti di solidarietà tra le persone, alimentando la paura e rendendo tutti più ricattabili. Le politiche razziste contro l’immigrazione alimentano e si combinano con nuove forme di razzismo popolare , fondate su stereotipi e pregiudizi contro “lo straniero e il diverso”.
Il risultato è una democrazia dimezzata, perché ogni forma di discriminazione è il contrario della democrazia; vogliono imporci una cittadinanza e quindi anche una società chiusa e esclusiva, in cui tutte, native e migranti, stentiamo a riconoscerci. In molte lingue – anche l’italiano - i cncetti di "straniero", "strano" ed "estraneo" hanno la stessa radice linguistica. Oggi come ieri "lo straniero - l'estraneo" è chi non rientra in quei parametri di "normalità" che qualcuno ieri come oggi ha stabilito.
Noi ci sentiamo straniere in questo Paese dove siamo nate, perché ci sentiamo estranee a tutto ciò che oggi questo Paese vuol rappresentare. Dichiariamo ancora che finché ci sarà il sessismo ci sarà anche il razzismo: anzi, è proprio il sessismo che ha aperto la strada al razzismo, rendendolo ovvio, naturale: ambedue sono ideologie discriminatorie costruite sul corpo che esprimono il sistema di potere che governa le relazioni tra maschi e femmine, tra bianchi e neri. L’intreccio tra sessismo e razzismo dimostra come si rafforzino a vicenda utilizzando l’uno gli strumenti dell’altro.
Le donne sono state usate per dichiarare guerra ai migranti e i migranti, a loro volta, sono stati usati per chiarire che le donne italiane appartengono agli uomini italiani. I maschi italiani ne sono usciti senza macchia, sdoganati - al solito - come “brava gente”: il mostro è fuori di noi, il mostro è l’altro.
In questi anni abbiamo lavorato in tante, per aprire il nostro paese al mondo e alle tante diversità. Il nostro stare insieme, ciascuna con la propria soggettività, rielaborando insieme il nostro essere nate in Italia o altrove, le nostre esperienze migratorie o le nostre differenze, è già un condividere, un’alternativa allo svilupparsi di un nuovo razzismo.
E’ ora di alzare le voci di tutte contro le politiche e le retoriche razziste, contro la precarizzazione delle vite.

Coordinamento donne contro il razzismo

29/05/09

'Segnalazioni': 'Incontriamoci con dolcezza', 4 giugno ore 17.30

CGIL - Roma Sud presenta:

INCONTRIAMOCI CON DOLCEZZA - DIVERSAMENTE UGUALI


Con la presente siamo lieti d’
Invitarvi all' evento INCONTRIAMOCI CON DOLCEZZA” - “DIVERSAMENTE UGUALI”; Confronto di esperienze, saperi, competenze di Donne straniere e italiane, tante domande, molte ostacoli, diverse risposte…L’obbiettivo dell' Evento è di interagire con altre donne e dimostrare che le problematiche sono tante però la loro forza supera tante barriere…

Verrà offerto Buffet Multietnico al pubblico presente, inoltre ci accompagnerà: Il Coro “Se sta Voce” e il Gruppo “ Matices”. Ci sarà anche lo spazio alla Lettura di Poesia a cura di Rubbina Kausar


04 Giugno 2009 - dalle ore 17.30 alle ore 20:30

HOTEL “ARCO DI TRAVERTINO”, Via Collepardo 10 (Metro “A” - Arco di Travertino)

Ingresso gratuito.
Vi prego di darci la conferma della vostra presenza.


Associazione Donne a Colori Onlus
Rag. Luz Paredes Ramirez
cell. 3395725733

15/05/09

'Segnalazioni': libro "Il nostro viaggio" di Enisa Bukvić

Lo scorso 9 maggio, presso la libreria Esquilibri di Roma, Enisa Bukvić ha presentato il suo libro, “Il Nostro Viaggio: Identità Multiculturale in Bosnia Erzegovina”, edito da Infinito Edizioni.
Il libro è in primo luogo il racconto della vita straordinaria e semplice di una donna che ama, che soffre e che lotta, ma anche un’analisi introspettiva, l’elaborazione di un dolore, di un lutto, della perdita dei propri punti di riferimento e della scoperta di nuovi modi per ritrovare se stessi e le proprie radici. Tuttavia “Il nostro viaggio” va ben oltre la narrazione dell’esperienza personale, offrendo un’attenta e competente disamina del conflitto Bosniaco, delle conseguenze che questo ha avuto in termini di “spostamento di persone” e delle difficoltà che i cittadini bosniaci hanno dovuto affrontare nella ricostruzione della propria identità. Identità, immigrazione, integrazione e multiculturalismo sono appunto i temi centrali dell’indagine di Enisa. Il racconto dell’esperienza personale diviene dunque un modo assai acuto di sottoporre al lettore una realtà complessa e difficile, quella vissuta dai profughi in Italia. Identità multiculturale, identità perduta, recupero di una nuova identità sono gli elementi a cui Enisa si riferisce nell’affrontare e descrivere il viaggio suo e della sua gente.
Le storie di vita delle persone che Enisa ha incontrato nel suo cammino sono raccontate nel libro in maniera delicata, profonda e mai invadente. Sono storie di solidarietà e multiculturalità. Tutte rievocano quella “contaminazione culturale” che solo un bosniaco è in grado di vivere pienamente. La storia che Enisa ci racconta è la storia di una donna che osserva e partecipa a tutto questo ma che ha imparato soprattutto a vedere dentro se stessa “Ora posso definirmi una bosniaca con una sua identità multiculturale, che ha acquisito molte influenze anche dalla cultura italiana”.

di Valentina Gentile

12/05/09

'Nostre iniziative': Comunicato dopo la morte di Nabruka Mimuni

Coordinamento donne contro il razzismo


ABITARE IL MONDO, SENTIRSI A CASA


Non si è sentita a casa Nabruka Mimuni, suicida nel Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria

Non era la sua casa il mare che si è portato via la giovane nigeriana
Esat Ekos e il suo bambino annegati nel canale di Sicilia

Non si è sentita a casa Dorina Kristinel il suo bambino bruciati nella tendopoli di Castel Fusano a Ostia

A quali vessazioni sono sottoposte le donne che in queste ore vengono respinte dalle nostre coste e spedite in lager libici nei quali le organizzazioni umanitarie internazionali non possono entrare ?

Noi non vogliamo essere complici di questa politica assassina
Noi siamo solidali con le donne che fanno lo sciopero della fame a Ponte Galeria

Le politiche razziste contro l’immigrazione dell’attuale governo alimentano e si combinano con nuove forme di razzismo popolare – troppi ormai gli episodi di disumanità e violenza -, fondate su stereotipi e pregiudizi contro “lo straniero e il diverso”. Il risultato è una democrazia dimezzata, perché ogni forma di discriminazione è il contrario della democrazia; vogliono imporci una cittadinanza e quindi anche una società chiusa e esclusiva, in cui tutte, native e migranti, stentiamo a riconoscerci.

Al contrario in questi anni abbiamo lavorato in tante, per aprire il nostro paese al mondo e alle tante diversità. Il nostro stare insieme, ciascuna con la propria soggettività, rielaborando insieme il nostro essere nate in Italia o altrove, le nostre esperienze migratorie o le nostre differenze, è già un condividere, un’alternativa dal basso e dall’alto, allo svilupparsi di un nuovo razzismo.

SAREMO ANCHE NOI IN PIAZZA
MERCOLEDI’ 13 A MONTECITORIO ORE 14.00
DOMENICA 17 MAGGIO AL PIGNETO ORE 16.00
IL 23 MAGGIO A MILANO

Roma, 11 maggio 2009

07/05/09

'Segnalazioni': Donna suicida nel Cie di Ponte Galeria

Dal sito di Indymedia Lombardia:

Nella notte, nel Cie di Ponte Galeria è morta una detenuta tunisina.
Si chiamava Nabruka Mimuni e aveva 44 anni. Ieri sera le hanno
comunicato che sarebbe stata espulsa e questa mattina le sue compagne di cella l'hanno trovata impiccata in bagno. Da quel momento le recluse e i reclusi di Ponte Galeria sono in sciopero della fame per protestare contro questa morte, contro le condizioni disumane di detenzione, contro i maltrattamenti e contro i rimpatri. Nabruka lascia un marito, e un figlio. Era in italia da più di 20 anni. È stata catturata due settimane fa dalla polizia mentre era in coda in Questura per rinnovare il permesso di soggiorno.
Se dobbiamo dare un nome a chi l'ha uccisa, non basterebbero le poche righe che abbiamo a disposizione. Del resto, almeno qualche nome di questa lista lo conoscete già: intanto il ministro Maroni, che questa mattina si vantava della gente deportata in Libia senza neanche passare dai porti italiani; poi il partito del Ministro, e tutto il suo governo, che si apprestano a portare di nuovo a sei mesi il tempo di reclusione nei Centri di identificazione ed espulsione; e ancora la Croce rossa italiana, che gestisce il centro di Roma Ponte Galeria e diversi altri lager in Italia; e giù giù, tutte le brave persone che applaudono alle retate, che si radunano nelle strade ad urlare "espulsioni, espulsioni!", che sputano rancore ad ogni passo.

Ascolta la diretta dai microfoni di radio Blackout di Torino con una reclusa del Centro di Ponte Galeria:
http://piemonte.indymedia.org/attachments/may2009/diretta_cie_roma.mp3

28/04/09

'Segnalazioni': Rete di gruppi di auto-aiuto con donne migranti per affrontare i problemi della maternità negata

Da parte di M. Emanuela Galanti, aderente al nostro Coordinamento:


Cara migrante,

Cara volontaria,

se vivi a Roma e ti piace stare nella relazione di aiuto in maniera paritaria, potrebbe interessarti la costruzione di una rete di gruppi di auto-aiuto con donne migranti per affrontare il problema della “maternità negata”: la separazione dai propri figli per poter lavorare in un paese straniero.

A seguito della visione del film moldavo “Arrivederci” (puoi leggere la mia recensione di questo film nel blog http://ethnos.ning.com/profiles/blogs/il-film-arrivederci-e-il) e in contatto con le donne che aderiscono al Coordinamento di donne contro il razzismo, ti propongo infatti, se vivi questo problema o se pensi di poter essere d’aiuto nell’ affrontarlo, di partecipare a un gruppo di auto-aiuto.

Il gruppo, che potrebbe tenersi ogni due settimane (del tutto gratuitamente) in un luogo abituale di incontro della comunità migrante, è facilitato da una coppia di donne: migrante, leader della sua comunità, e volontaria italiana (con una formazione in conduzione di gruppi per genitori).

In uno di questi gruppi, ci si propone sia di condividere la sofferenza della separazione sia di trovare soluzioni concrete e realistiche al problema, in modo da cercare di migliorare la relazione tra madre e figli(e).

Per ulteriori informazioni e una presa di contatto, rivolgiti pure a me (oltre l’italiano, parlo bene l’inglese e un po’ il francese). Spero di incontrarti presto!


Maria Emanuela Galanti

www.emanuelagalanti.eu

mega.gala@gmail.com

(tel.: 06-3691-4684 in ore di lavoro)


05/04/09

'Reportage': La manifestazione di solidarietà a Katadiou

SIAMO TUTTE CLANDESTINE!!
NO AL PACCHETTO SICUREZZA, NO AI MEDICI SPIA!


Contro pacchetti sicurezza e norme xenofobe che ci vogliono distinguere in cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che


SIAMO TUTTE CITTADINE DEL MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!

Con queste parole l’ Assemblea romana di femministe e lesbiche ha convocato davanti al Ministero del lavoro, salute, politiche sociali, a via Veneto, nel pomeriggio di venerdi 3 aprile, un presidio per esprimere solidarietà alla giovane mamma ivoriana, Kante Katadiou, segnalata alla polizia “per una identificazione urgente”dalla direzione amministrativa dell’ ospedale Fatebenefratelli di Napoli, dove aveva appena partorito. Più di un centinaio di persone erano presenti per dire la loro solidarietà a Kante, ma anche per manifestare l’indignazione contro le politiche razziste di questo governo. Tra di loro molte giovani donne, lavoratrici e studenti, i collettivi di alcuni centri sociali, le donne di Action e dell’occupazione di via Lucio Sestio, con il loro striscione; per alcune ore hanno dato vita a una vivace contestazione con allegri slogan, canti, sberleffi ; ci sono stati anche interventi appassionati e denunce indignate, come quella di una giovane eritrea che ha dichiarato di vergognarsi di vivere in questo paese dove i diritti vengono violati così clamorosamente.

Con le sue parole ha dato voce a sentimenti comuni a molte, ed ha anche espresso la volontà di tutte di resistere e contrastare questa deriva oppressiva e violenta; come hanno gridato a lungo in molte, la vergogna, infatti, devono provarla piuttosto il ministro Sacconi e l’intero governo.

29/03/09

Segnalazioni: Campagna HIV/AIDS di 'Donne a Colori'


Da Luglio scorso, L’Associazione Donne a Colori onlus sta portando avanti una campagna di informazione e sensibilizzazione sull’HIV/AIDS nella Città di Roma per gli stranieri di Roma in diverse manifestazioni culturali (Festa del Ecuador, Bolivia, ecc.), distribuendo materiali informativi e dando informazioni ai cittadini stranieri sul virus, sulla malattia, sul test HIV/AIDS, sulla consapevolezza dell’uso del profilattico, e sulla rete di servizi.


L´Associazione Donne a Colori Onlus è nata per opera di alcune donne immigrate come espressione dell’uguaglianza e della solidarietà. Donne a Colori Onlus è impegnata per favorire l’integrazione in tutti gli ambiti, la capacità di interazione e di comprensione dell’altro. L’associazione dà supporto a donne sole, che si trovano in difficoltà, con disagi emotivi, spirituali, morali, donne che hanno lasciato il paese di origine per offrire un domani migliore ai propri figli, donne con storie difficili che decidono di investire nel loro futuro per costruire una vita migliore, fatta di libertà e di autonomia, donne che hanno soltanto bisogno di un’altra possibilità per prendere il volo!


L´associazione Donne a Colori Onlus ha come finalità quella di sostenere i diritti delle donne immigrate e rifugiate e promuove gli scambi e le iniziative sociali tra donne di tutte le nazionalità. Inoltre, tutela e valorizza gli interessi artistici culturali di ogni singolo paese migrante attraverso la storia, il flolclore, il turismo, la pittura, la musica e la letteratura. Promuove l´informazione di prima accoglienza, consulenze di diverse tipologie (legale, psicologica, sanitaria) per i cittadini immigrati, corsi di formazione e di lingua italiana per immigrati,organizzazione di eventi interculturali.


Referente: Luz Paredes Ramirez

Cell: 339 5725733

E-mail: donneacolorionlus@yahoo.it


28/03/09

Appuntamenti: Martedì 31 marzo ore 18,00 Casa Internazionale delle Donne


Inaugurazione della Conferenza Internazionale

"Il Mediterraneo cambia volto:
Creativitá e confini delle donne migranti"


Loyola University Chicago / The John Felice Rome Center


Gratuita e aperta al pubblico, la conferenza ha lo scopo di promuovere un dialogo interculturale sulle donne e sulle migrazioni nel mondo mediterraneo dei nostri giorni. La conferenza si prefigge non solo di dimostrare le frontiere politiche, sociali e culturali che hanno caratterizzato la vita delle donne migranti, ma anche il loro contributo artistico, religioso, educativo e intellettuale nei confronti del paese di adozione.
Traduzione simultanea: Inglese e Italiano

ore 18: Inaugurazione di DISLOCAZIONI Mostra collettiva delle giovani artiste de "La Magnolia", spazio espositivo interno all'Area Cultura della Casa Internazionale delle Donne. Espongono: Sara Spizzichino, Nadine Ethner, Soledad Johansen, Irene Iorno, Francesca Manzini, Sarah Klingeberg, Rivka Spizzichino, Kerstin Birgit Bude, Roberta Coni, Teresa Merolla, Daria Morucci, Valentina Parisi, Letizia Marabottini

ore 19: Saluto di benvenuto di Costanza Fanelli, Presidente della Casa Internazionale delle Donne

A seguire Proiezione del film Milan, diretto dalla regista filippina Olivia Lamasan, seguita da una discussione guidata dal Prof. Flaminio Di Biagi, docente e storico del cinema.

La conferenza prosegue nei giorni 1 e 2 aprile presso il Centro Studi Americani in via Michelangelo Caetani 32, Roma

Collabora all'evento Area Cultura Casa Internazionale delle Donne

Per informazioni: LUC.edu/jfrc

Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma - tel. 0668401720 - www.casainternazionaledelledonne.org